Uno scrigno di informazioni per ritrovare le radici della storia

Si è svolto ieri, nell’aula magna del liceo “Turrisi Colonna”, il convegno, promosso dalla Fondazione “Domenico Sanfilippo Editore”, dal titolo “Il Pozzo della memoria”, durante il quale sono stati presentati i percorsi didattici effettuati attraverso l’Archivio storico del nostro quotidiano. Nello specifico i lavori presentati sono stati sei: “Montalbano, sono, narrazione e identità”, presentato dal prof. Alessandro De Filippo, docente di Cinema, fotografia e televisione al Disum; “La questione meridionale”, presentato dalla prof.ssa Lina Scalisi, ordinario di Storia moderna al Disum; “Luigi Sturzo, i giornali e il milazzismo”, presentato dal dott. Giuseppe Di Fazio, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Dse;  “Gesualdo Bufalino, le ragioni dello scrivere”, presentato dal prof. Lorenzo Marotta; “Sui mass media, Leonardo Sciascia fra letteratura e informazione”, presentato dalla prof.ssa Gabriella Congiu, e, infine,  “ La storia della Sicilia scandita dall’Etna”, presentato dal giornalista Alfio Di Marco. Ha aperto i lavori la vicepreside del “Turrisi Colonna”, prof.ssa Concetta Campria che, dopo aver portato i saluti della preside Anna Maria Di Falco (assente per motivi di famiglia), si è detta molto contenta di ospitare il primo di una serie di convegni che la Fondazione organizzerà nelle scuole siciliane. 
Il dott. Domenico Ciancio, condirettore de “La Sicilia”, ha enfatizzato l’importanza dell’immensa mole di informazioni di cui l’archivio storico è portatore, sottolineandone la valenza didattica, soprattutto per quanti, studenti, docenti, ricercatori, vogliono ritrovare le radici storiche del nostro territorio degli ultimi di 72 anni. L’ archivio, infatti, è un vero e proprio “pozzo della memoria” grazie al quale è possibile tracciare la storia di oltre mezzo secolo. Un pozzo di informazioni che sembra non avere fondo. 
Gli esempi di ricerca portati a conoscenza per lo più docenti delle scuole superiori e studenti universitari, hanno dimostrato quanto è possibile realizzare attraverso l’utilizzo dell’archivio. Ciascuno degli studiosi ha, infatti, individuato un proprio campo di interesse, ristretto il periodo storico in base alle esigenze della propria ricerca e realizzato un percorso didattico che ha portato a delle valutazioni oggettive di cui il giornale è stato fonte primaria di informazione. Si potrebbe arrivare a dire che il giornale, nella sua valenza divulgativa, diventa un vero e proprio libro di storia e l’archivio, con oltre un milione di pagine visionabili e circa cinque milioni di articoli ricercabili, rappresenta un enorme contenitore di informazioni. I risultati delle ricerche hanno dato la percezione delle molteplici chiavi di lettura attraverso le quali ci si può approcciare alle informazioni dell’archivio: televisione (con Moltalbano); storia (Questione meridionale rivisitata dagli editoriali del prof. Giuseppe Giarrizzo da cui, tra l’altro, l’archivio prende il nome); letteratura (Sciascia e Bufalino); politica (con gli oltre cento articoli scritti per il nostro giornale da Luigi Sturzo). 

Letizia Ravidà